Oratorio di San Giovanni Evangelista
- di Marco Cecchelli -
Si trova in prossimità della chiesa parrocchiale, ed è costruito tutto in pietra a vista, su di uno sperone roccioso appartenente all’olofiolite del vicino Sasso di Rocca. Il suggestivo complesso, cui si accede per una piccola erta, è costruito in parte sopra un corridoio a volta, dove passa l’antica strada che collegava il castello di Bombiana alla rocca di Gaggio.
L’attuale oratorio è il frutto dei vari rimaneggiamenti subiti nei secoli, soprattutto nell’Ottocento quando venne edificato ex novo. Orientato est-ovest, ha la facciata costruita sullo strapiombo sottostante ed è caratterizzata da una sola, ampia finestra. L’ingresso, posto sul lato sud, è reso più elegante dal classico portale scolpito in arenaria, realizzato in occasione dei lavori eseguiti nel 1841. L’interno, ad unica navata con volta a botte che prende luce solamente dalla finestra di facciata, presenta sobri ed eleganti caratteri neoclassici ed è caratterizzato dalla grande serliana che immette nell’unica cappella.
A destra dell’ingresso, è collocato un dipinto seicentesco, entro una cornice coeva in legno intagliato policromo e dorato, raffigurante la Madonna col Bambino (Madonna della Neve) con i santi Giovanni Battista e Antonio di Padova, fatto eseguire da Sebastiano Morelli nel 1658 (la scritta, incisa sul bordo inferiore della cornice, recita: SEBASTI[ANUS] MORELLO F[IERI] F[ECIT] PRO SUA / DEVOTIONE MDCLVIII e recentemente restaurato. Il quadro si trovava sull’altare dell’oratorio di Santa Maria, dedicato alla Madonna della Neve, che rimanda direttamente al Santuario Arcivescovile della Madonna dell’Acero (festa 5 agosto), quindi alla Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore in Roma. (1)
Proveniente dall’omonima cappella della vecchia parrocchiale, cui faceva capo la relativa Compagnia dei Cinturati, è l’immagine della Madonna col Bambino (della Cintura). Posta in un’edicola centinata, è una cartapesta policroma e in parte dorata, di autore anonimo degli inizi del Settecento.
Nell’abside è posta l’ancona lignea, scolpita, policroma e dorata, con entro un pregevole dipinto della seconda metà del Cinquecento raffigurante il Cristo eucaristico (Cristo risorto con i segni della Passione e della croce, e dal cui costato esce un fiotto di sangue raccolto dal calice posto ai suoi piedi) con la Madonna e san Giovanni evangelista, proveniente dall’antico Oratorio della Compagnia e qui collocato dopo la sua edificazione nell’Ottocento al posto di quello dei Morelli.
L’edificio posto, a sinistra dell’oratorio risale al XIV-XV secolo, quando è testimoniata l’esistenza di un alloggio per pellegrini poi trasformato nell’Oratorio dei Confratelli del Ss.mo. Presenta una semplice facciata a capanna, con un oculo decentrato rispetto al più moderno ingresso. Sul fianco sinistro è visibile un arco, tamponato, sovrastato da un’ampia finestra.
L’interno, che oggi ospita un piccolo ma assai interessante museo parrocchiale intitolato a mons. Carlo Emanuele Meotti, è ad aula, con volte a crociera, la prima delle quali, posta all’ingresso, reca ancora notevoli tracce di affreschi tardo-gotici, rarissimo superstite esempio dell’opera di frescanti dei primi del Quattrocento attivi nelle nostre zone. Sulla parete di destra, è dipinto il Giudizio Universale, dove al centro campeggiano l’infernale immagine di Satana, dei demoni e dei dannati (l’Inferno), e a destra e a sinistra immagini dei corpi risorti e di angeli. Nella fascia superiore è raffigurato Cristo giudice attorniato dagli apostoli. La volta, con i pennacchi, è decorata con fasce a disegni geometrici e medaglioni con busti di santi.
1 - La Basilica fu fatta erigere da papa Sisto III tra il 432 e il 440 e da lui dedicata al culto della Madonna, il dogma della cui divina maternità era appena stato sancito dal Concilio di Efeso (431). La costruzione avvenne su una chiesa precedente, che una diffusa tradizione vuole sia stata la Madonna stessa ad ispirare apparendo in sogno a Papa Liberio e al patrizio Giovanni e suggerendo che il luogo adatto sarebbe stato indicato miracolosamente. Così quando la mattina del 5 agosto un'insolita nevicata imbiancò l'Esquilino il papa Liberio avrebbe tracciato nella neve il perimetro della nuova basilica, costruita poi grazie al finanziamento di Giovanni. Di questo antico edificio rimane solo un passo del Liber Pontificalis che afferma che Liberio fecit basilicam nomini suo iuxta Macellum Liviae. Ad ogni modo il 5 agosto di ogni anno, in ricordo della Madonna della Neve, avviene la rievocazione del cosiddetto "miracolo della nevicata": durante una suggestiva celebrazione viene fatta scendere dal soffitto una cascata di petali bianchi.
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