Un edificio dedicato a san Giacomo, cugino del Signore e capo della Chiesa di Gerusalemme, fu realizzato sul vicino monte (Monte Castello) nel corso del XIII secolo, nel borgo fortificato costruito dai Bolognesi e chiamato Castel Leone, i cui abitanti erano stati fatti venire da Gaggio e Pietracolora. Già nella seconda metà del Trecento, tuttavia, per vari motivi strategici e bellici, il borgo andò lentamente spopolandosi a favore del più antico e vicino castello di Bombiana (detta anche Sasso Rosso); qui, infatti, forse già nell’anno Mille o poco dopo, era stata costruita la chiesa di Santa Maria, che funzionò da sussidiale di San Giacomo sino al 1378, allorché Santa Maria divenne sede parrocchiale, assumendo però il titolo della chiesa di Castel Leone qui trasferito. Nel 1737, l’arcivescovo di Bologna Prospero Lambertini, le conferiva il titolo di arcipretale.
L’alto sperone di roccia sul quale era stata costruita l’antica chiesa di Santa Maria, che ancora oggi rende unica e suggestiva la visione del complesso fu, al contrario, fonte di continui e secolari problemi di staticità, data la sua instabile conformazione geologica. Interventi radicali di consolidamento si ebbero nel corso della seconda metà del Settecento, allorché la chiesa fu in pratica ricostruita, però sullo stesso sito, capovolgendone però l’orientamento, con la costruzione della facciata al posto dell’abside e viceversa. Solo nel 1849, per iniziativa dei parrocchiani e dell’arciprete don Domenico Nicolai, fu eretto il campanile sul lato ovest della chiesa.
Si può dire, così, che la storia plurisecolare della chiesa è scritta dai reiterati tentativi di renderla staticamente sicura. Dopo i danni subiti nel secondo conflitto mondiale, venne restaurata nel 1948, ma nel 1970 le preoccupanti lesioni delle volte ne determinarono la chiusura al culto; riaperta cinque anno dopo, già nel 1979 fu nuovamente dichiarata inagibile. Nel 1987, finalmente, iniziarono i lavori per un vero e radicale consolidamento e restauro generale, che comportò anche la ricostruzione delle volte, che erano state demolite per la loro pericolosità; lavori che si conclusero nel 1999. Successivamente furono eseguiti altri interventi nell’interno e con altre opere di consolidamento, conclusi nel 2000.
Attualmente la chiesa, a pianta rettangolare, presenta una semplice facciata in conci di arenaria tripartita da lesene e timpano triangolare rilevato da modanature. Più arretrato e addossato alla chiesa, il campanile ottocentesco, oggi completamente restaurato.
L’interno, ad unica navata coperta a botte, e con profondo presbiterio, presenta i sobri caratteri della classicità bolognese otto-novecentesca, con sei cappelle, due sul lato destro sinistro e tre sul lato destro, profondamente incassate e non rilevate all’esterno, a la cappella maggiore.
La prima cappella a destra è dedicata, come in antico, a San Giovanni Battista e ospita il fonte battesimale datato …; la seconda è dedicata alla Madonna del Rosario, raffigurata in un bel altorilievo opera di un buon plasticatore bolognese della seconda metà del Settecento. Nella cappella maggiore, su cui si affacciano le due cantorie, è posto il dipinto di ignoto pittore bolognese del tardo Cinquecento, raffigurante Cristo Crocifisso e angeli che reggono i simboli della Passione, con i santi Giacomo il Maggiore (fratello di san Giovanni apostolo) in veste di pellegrino e Pietro apostolo. Seguono: la cappella del Crocifisso, opera in stucco di ignoto forse del XVIII secolo; la cappella della Madonna di Lourdes, realizzata dei primi anni 50 del Novecento; la cappella dedicata a san Pio da Pietrelcina, cui fa capo l’omonimo Gruppo di Preghiera, con il confessionale.