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ALTARE DEL CROCEFISSO
(di Marco Cecchelli)


     Un altare dedicato al Cristo Crocifisso, era già presente nell’antica chiesa prima del 1692. Dopo la costruzione dell’attuale edificio, l’immagine fu qui trasferita nell’ apposita cappella.
      L’immagine in legno dipinto, a grandezza naturale, è probabilmente opera di uno scultore (bolognese?) della metà del Seicento.
      Il corpo del Figlio di Dio, “il più bello tra i figli degli uomini”, è raffigurato nel supremo abbandono della morte; solo il volto, dalla tragica espressione, rivela la dolorosa agonia, e la bocca ha appena emesso l’ultimo grido: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. (1)
      Più in basso, a sinistra, è posta la statua della Madonna Addolorata in terracotta dipinta di artista bolognese della seconda metà del Settecento. La Vergine, accasciata ha il cuore trafitto da spade (in origine sette, come i dolori da lei patiti nella sua vita). (2)
      Fa da sfondo al Crocifisso una serie di reliquiari in legno scolpito intagliato e dorato, anch’essi risalenti forse a metà Seicento. La presenza delle reliquie dei martiri che accompagna la figura del Salvatore crocifisso e morto, allude alla suprema testimonianza resa con l’attiva partecipazione alla Passione redentrice di Gesù.
      L’ancona, in stucco policromo di sapore neogotico che bene si adatta al soggetto venerato, è opera del plasticatore Alberto Alberti coadiuvato dal padre Gaetano (1894). Le eleganti decorazioni delle pareti e della volta della cappella, con soggetti anch’essi riferiti alla passione di Cristo furono eseguite, secondo le indicazioni dell’arciprete C. E. Meotti, dal pittore Francesco Donini nello stesso anno. (3)